XXXIII L’Amante

Quand’i’ vidi i marosi sì ‘nforzare
Per lo vento a Provenza che ventava,
Ch’alberi e vele e ancole fiaccava,
E nulla mi valea il ben governare,
         Fra me medesino comincià’ a pensare
Ch’era follia se più navicava,
Se quel maltempo prima non passava
Che dal buon porto mi facé’ alungiare:
         Sì ch’i’ allor m’ancolai a una piaggia,
Veggendo ch’i’ non potea entrar in porto:
La terra mi parea molto salvaggia.
         I’ vi vernai co·molto disconforto.
Non sa che mal si sia chi non asaggia
Di quel d’Amor, ond’i’ fu’ quasi morto.

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