LXIII Amico

“S’a scacchi o vero a·ttavole giocassi
Colla tua donna, fa ch’aggie il piggiore
Del gioco, e dille ch’ell’è la migliore
Dadigittante che·ttu mai trovassi.
S’a coderon giocaste, pigna ambassi,
E fa ched ella sia là vincitore:
Della tua perdita non far sentore,
Ma che cortesemente la ti passi.
Falla seder ad alti, e·ttu sie basso,
E sì·ll’aporta carello o cuscino:
Di le’ servir non ti vegghi mai lasso.
S’adosso le vedessi un buscolino,
Fa che glie·levi, e se vedessi sasso
Là ‘v’ella dé passar, netta ‘l camino.

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