CXXIV Falsembiante

“Sed i’ truovo in cittade o in castello,
Colà ove paterin sia riparato,
Credente ched e’ sia o consolato,
Od altr’uon, ma’ ch’e’ sia mio ribello,
O prete ched e’ sia o chericello
Che tenga amica, o giolivo parlato,
E’ convien che per me sia gastigato,
Ché ciaschedun mi dotta, sì son fello.
Ancor gastigo altressì usurai
E que’ che sopravendono a credenza,
Roffiane e forziere e bordelai;
E ‘n ciascheduno i’ ò malivoglienza;
Ma, che che duol tu senti, no’l dirai,
Sì fortemente dotti mia sentenza.

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