I sonetti

CXXXI MalaBocca, Falsembiante e CostrettaAstinenza

Così n’andaro in lor pellegrinaggio La buona pellegrina e ‘l pellegrino; Ver’ MalaBocca tenner lor camino, Che troppo ben guardava su’ passaggio. E Falsembiante malizioso e saggio Il salutò col capo molto chino, E sì gli diss’: “I’ son mastro divino, Sì siàn venuti a voi per ostellaggio”. MalaBocca conobbe ben Sembiante, Ma non che·ffosse […]

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CXXV Falsembiante

“Que’ che vorrà campar del mi’ furore, Ecco qui preste le mie difensioni: Grosse lamprede, o ver di gran salmoni Aporti, o lucci, sanza far sentore. La buona anguilla nonn-è già peggiore; Alose o tinche o buoni storioni, Torte battute o tartere o fiadoni: Queste son cose d’âquistar mi’ amore, O s’e’ mi manda ancor

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CXXIV Falsembiante

“Sed i’ truovo in cittade o in castello, Colà ove paterin sia riparato, Credente ched e’ sia o consolato, Od altr’uon, ma’ ch’e’ sia mio ribello, O prete ched e’ sia o chericello Che tenga amica, o giolivo parlato, E’ convien che per me sia gastigato, Ché ciaschedun mi dotta, sì son fello. Ancor gastigo

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CXXIII Falsembiante

“I’ sì son de’ valletti d’Antecristo, Di quel’ ladron’ che dice la Scrittura Che fanno molto santa portatura, E ciaschedun di loro è ipocristo. Agnol pietoso par quand’uon l’à visto, Di fora sì fa dolze portatura; Ma egli è dentro lupo per natura, Che divora la gente Gesocristo. Così abbiamo impreso mare e terra, E

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