LXXIII L’Amante

Così mi confortò il buon Amico,
Po’ si partì da me sanza più dire;
Allor mi comincià’ fort’a gechire
Ver’ MalaBocca, il mi’ crudel nemico.
Lo Schifo i’ sì pregiava men ch’un fico,
Ch’egli avea gran talento di dormire;
Vergogna si volea ben sofferire
Di guerreggiarmi, per certo vi dico.
Ma e’ v’era Paura, la dottosa,
Ch’udendomi parlar tutta tremava:
Quella nonn-era punto dormigliosa;
In ben guardar il fior molto pensava;
Vie più che·ll’altre guardi’era curiosa,
Perciò che ben in lor non si fidava.

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