XCII Falsembiante

“Color con cui sto si ànno il mondo
Sotto da lor sì forte aviluppato,
Ched e’ nonn-è nessun sì gran prelato
Ch’a lor possanza truovi riva o fondo.
Co·mmio baratto ciaschedun afondo:
Che sed e’ vien alcun gra·litterato
Che voglia discovrir il mi’ peccato,
Co·la forza ch’i’ ò, i’ sì ‘l confondo.
Mastro Sighier non andò guari lieto:
A ghiado il fe’ morire a gran dolore
Nella corte di Roma, ad Orbivieto.
Mastro Guiglielmo, il buon di Sant’Amore,
Fec’i’ di Francia metter in divieto
E sbandir del reame a gran romore.

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