Le rima LXIX

Poi che sguardando il cor feriste in tanto

Di grave colpo ch'io non batto vena,

Dio, per pietà, or deali alcuna lena,

Che 'l tristo spirto si rinvegna alquanto.

Or non vedete consumar in pianto

Gli occhi dolenti per soperchia pena?

La qual sì stretto a la morte mi mena

Che già fuggir non posso in alcun canto.

Vedete, donna, s'io porto dolore,

E la mia voce ch'è fatta sottile,

Chiamando a voi mercé sempre d'amore;

e s'el v'aggrada, donna mia gentile,

Che questa doglia pur mi strugga 'l core,

Eccomi apparecchiato servo umile.

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