Le rime XXXI

Parole mie che per lo mondo siete,

Voi che nasceste poi ch'io cominciai

A dir per quella donna in cui errai:

«Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete»,

Andatevene a lei, che la sapete,

Chiamando sì ch'ell'oda i vostri guai;

Ditele: «Noi siam vostre, ed unquemai

Più che noi siamo non ci vederete».

Con lei non state, ché non v'è Amore,

Ma gite a torno in abito dolente

A guisa de le vostre antiche sore.

Quando trovate donna di valore,

Gittatelevi a' piedi umilemente,

Dicendo: «A voi dovem noi fare onore».

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