Se Lippo amico se' tu che mi leggi,
Davanti che proveggi
A le parole che dir ti prometto,
Da parte di colui che mi t'ha scritto
In tua balia mi metto
E recoti salute quali eleggi.
Per tuo onor audir prego mi deggi
E con l'udir richeggi
Ad ascoltar la mente e lo 'ntelletto:
Io che m'appello umile sonetto,
Davanti al tuo cospetto
Vegno, perché al non caler non feggi.
Lo qual ti guido esta pulcella nuda,
Che ven di dietro a me sì vergognosa
Ch'a torto gir non osa,
Perch'ella non ha vesta in che si chiuda;
E priego il gentil cor che 'n te riposa
Che la rivesta e tegnala per druda,
Sì che sia conosciuda
E possa andar là ‘vunque è disïosa.
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