Le rime XLV

Amor, tu vedi ben che questa donna

La tua vertù non cura in alcun tempo

Che suol de l'altre belle farsi donna;

E poi s'accorse ch'ell'era mia donna

Per lo tuo raggio ch'al volto mi luce,

D'ogne crudelità si fece donna;

Sì che non par ch'ell'abbia cor di donna,

Ma di qual fiera l'ha d'amor più freddo:

Ché per lo tempo caldo e per lo freddo

Mi fa sembiante pur come una donna

Che fosse fatta d'una bella petra

Per man di quei che me' intagliasse in petra.

E io, che son costante più che petra

In ubidirti per bieltà di donna,

Porto nascoso il colpo de la petra

Con la qual tu mi desti come a petra

Che t'avesse innoiato lungo tempo,

Tal che m'andò al core ov'io son petra.

E mai non si scoperse alcuna petra

O da splendor di sole o da sua luce,

Che tanta avesse né vertù né luce

Che mi potesse atar da questa petra,

Sì ch'ella non mi meni col suo freddo

Colà dov'io sarò di morte freddo.

Segnor, tu sai che per algente freddo

L'acqua diventa cristallina petra

Là sotto tramontana ov'è il gran freddo,

E l'aere sempre in elemento freddo

Vi si converte, sì che l'acqua è donna

In quella parte per cagion dd freddo:

Così dinanzi dal sembiante freddo

Mi ghiaccia sopra il sangue d'ogne tempo

E quel pensiero che m'accorcia il tempo

Mi si converte tutto in corpo freddo,

Che m'esce poi per mezzo de la luce

Là ond'entrò la dispietata luce.

In lei s'accoglie d'ogni bieltà luce:

Così di tutta crudeltate il freddo

Le corre al core, ove non va tua luce:

Per che ne li occhi sì bella mi luce

Quando la miro, ch'io la veggio in petra,

E po' in ogni altro ov'io volga mia luce.

Da li occhi suoi mi ven la dolce luce

Che mi fa non caler d'ogn'altra donna:

Così foss'ella più pietosa donna

Ver me, che chiamo di notte e di luce,

Solo per lei servire, e luogo e tempo.

Né per altro disio viver gran tempo.

Però, Vertù che se' prima che tempo,

Prima che moto o che sensibil luce,

Increscati di me, c'ho sì mal tempo;

Entrale in core omai, ché ben n'è tempo,

Sì che per te se n'esca fuor lo freddo

Che non mi lascia aver, com'altri, tempo:

Ché se mi giunge lo tuo forte tempo

In tale stato, questa gentil petra

Mi vedrà coricare in poca petra,

Per non levarmi se non dopo il tempo,

Quando vedrò se mai fu bella donna

Nel mondo come questa acerba donna.

Canzone, io porto ne la mente donna

Tal che, con tutto ch'ella mi sia petra,

Mi dà baldanza, ond'ogni uom mi par freddo:

Sì ch'io ardisco a far per questo freddo

La novità che per tua forma luce,

Che non fu mai pensata in alcun tempo.

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