XXII Castità

Castità, che da Veno è guerreggiata,
Sì disse a Gelosia: “Perdio, merzede!
S’a questo fatto l’uon non ci provede,
I’ potrè’ bentosto essere adontata.
Vergogna e Paura m’ànno abandonata;
In quello Schifo foll’è chi si crede,
Ch’i’ son certana ch’e’ non ama a fede,
Po’ del giardin sì mal guardò l’entrata;
Donde vo’ siete la miglior guardiana
Ch’i’ ‘n esto mondo potesse trovare.
Gran luogo avete in Lombardia e ‘n Toscana.
Perdio, ched e’ vi piaccia il fior guardare!
Che se que’ che ‘l basciò punto lo sgrana,
non fia misfatto ch’uon poss’amendare”.

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